Come ogni giovane spensierato, alla fine anche io ho dovuto uscire dalla campana di vetro costruita sapientemente dai miei genitori.

Inizialmente, come ogni buon figlio di possessore di attività produttiva, sono stato garzone tutto fare per parecchi anni.

Purtroppo non è sempre un’esperienza facile lavorare direttamente alle dipendenze dei propri genitori. Si è sopraffatti dall’ansia da prestazione. Si è poco calcolati, le idee vengono sempre scartate in “malo modo” e così facendo l’entusiasmo della vita via via si affievolisce in un:

“devo farlo cosi perché è sempre andata cosi”

Stanco di questa pressione, decido di provarci autonomamente, rispondendo direttamente delle mie azioni con i miei pochi denari risparmiati (in realtà donatomi da miei genitori negli anni)

Parto all’avventura con l’apertura di una fonderia di barra di ottone nel nord Africa.

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Proprio vero, al contrario di ciò che le donne sostengono…

…la misura conta!

Ovviamente nel nostro caso la misura a cui facciamo riferimento è di tutt’altro tipo.

Succede spesso (a me praticamente sempre) di non avere l’attrezzatura o semplicemente il materiale giusto per la richiesta urgente di mio cliente fidelizzato… quello a cui non posso dire assolutamente di no…

Non è un problema di inefficienza della mia fabbrichetta… il fatto è che…

non ho la lampada di Aladino e tanto meno sono veggente!

Sono come una bottega di paese: ho tutto il necessario per il fabbisogno standard…

Questo a me come a te ci permette di avere una strutture snella e quindi veloce.

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Siamo tornati nella nostra officinetta come tutte le mattine…

Chi non si impone di alzarsi sempre prima la mattina?

A me, in particolare, piace essere

attivo 24h su 24h

ma credo sia così per tutti noi piccole realtà!

Mi piace ammirare la mia officina quando tutto è fermo anche per far mente locale su cosa posso migliorare e cosa devo modificare di ciò che non va.

A volte subito varcando la soglia, mi accorgo di alcuni cassoni messi storti (mi piace molto l’ordine, anche se apparente)… mi infastidisce il caos.

Passato il fastidio, a mente fredda, ragiono sul perché non riesco ad avere sempre tutto in ordine.

Le prime volte davo la colpa ai miei dipendenti (facile scaricare le responsabilità)

Poi mi accorsi che non era un problema di poca voglia dei ragazzi nel riordinare il tutto, anzi, ogni giorno fanno miracoli per lavorare nella mia fabbrichetta angusta.

Il problema è, come succede a praticamente tutti…

sapere cosa fare dello scarto di produzione… per non avere tutti quei cassoni d’intralcio!

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Immagino te… nella tua “grande” azienda.

L’aggettivo “grande” lo metto tra virgolette perché non mi riferisco alle dimensioni materiali della tua azienda ma in quanto che, almeno per te, la tua creatura è “grande”.

La battaglia di tutti i giorni e le difficoltà che ci sono la fuori sono infinite… Quando pensi che ormai sia tutto in discesa, subentra un nuovo problema da affrontare.

Non hai mai pensato che la maggior parte dei problemi non dipendono direttamente da te?

L’attrezzista non si presenta perché ha un lieve raffreddore… oppure, il temporale della notte passata ti ha fulminato la scheda di memoria del tuo plc… ecc…

Questi imprevisti ti possono fare solo arrivare il sangue al cervello in quanto sei impotente davanti all’accaduto.

Ci sono eventi  a cui puoi reagire.

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Siamo alle solite:

abbiamo sulla nostra scrivania un’offerta da fare.

Ok, bello, bene…

Tutti (o quasi) sappiamo come fare un’offerta.

Prima di tutto dobbiamo sapere se abbiamo le capacità e le attrezzature per produrre l’articolo richiesto.

Subito dopo dobbiamo fare i calcoli del tempo per attrezzare i nostri macchinari, aggiungiamo i costi dei vari utensili verificando se li abbiamo già a disposizione e, nel caso capire in che condizioni sono, oppure se dobbiamo ordinarli al nostro fornitore di fiducia…

Bene, fatto questo, iniziamo a calcolare i tempi di lavorazione…

Ok, ci siamo…. Abbiamo considerato quasi tutto e possiamo fare una somma provvisoria.

Niente male, potrebbe esserci un buon margine di guadagno ma…

Arriva il tasto dolente…

l’acquisto della materia prima!

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